Il quarto comandamento chiude la prima tavola della legge ed é di massima importanza nel regolare il rapporto di Israele con il suo Dio. Come il suo Creatore, dopo sei giorni di lavoro il settimo era chiamato a riposare da tutte le sue attivitá ordinarie per dedicarsi al suo Dio coll’adorarlo e col compiere opere di misericordia.

Anche a proposito di questo comandamento, il timore di infrangerlo aveva portato gl’insegnanti della legge a stabilire tutta una casistica che con il tempo finì per ingessarne l’osservanza e stravolgere le vere intenzioni di Dio nel darlo.

Questo era così vero ai tempi di Gesú da costituire un terreno di confronto tanto aspro quanto quotidiano con le autorità religiose giudaiche, gli scribi e i farisei, che lo accusavano di infrangerlo ripetutamente. Tanto che Gesú ha dovuto affermare di essere lui il Signore del sabato (cioé autore,donatore e interprete autentico) e non viceversa lui sottoposto al sabato, e che allo stesso modo il sabato era stato fatto da Dio per l’uomo e non viceversa l’uomo per il sabato.

Gesú era venuto per adempiere tutta la legge di Dio, altrimenti non avrebbe potuto dare la sua vita giusta al posto dell’uomo trasgressore della legge di Dio. Ma nel contempo, Gesú nel suo insegnamento e nella sua pratica ha voluto liberare questo comandamento da tutte quelle pastoie di un formalismo religioso non in grado di cogliere le vere intenzioni di Dio.

E quali erano queste intenzioni di Dio se non educare la sua creatura a regolare i propri ritmi un sintonia con quelli del suo Creatore? Ma dal momento che questi non é un Dio ozioso e pigro, il riposo del sabato non era solo cessazione da ogni attività fisica e mentale, ma occasione di vero riposo dell’anima e dello spirito in Dio Creatore.

Oggi per noi si tratta di entrare nel riposo di Dio che ci é offerto e reso possibile solo grazie alla fatica spirituale di Cristo di caricarsi della colpa e della condanna del nostro peccato. Da subito e da sempre la chiesa di Gesú Cristo ha sostituito al riposo del sabato quello del primo giorno della settimana, la domenica, giorno della risurrezione del suo Signore e Salvatore.

Ecco come l’autore della lettera agli Ebrei esorta i suoi lettori:

“Stiamo dunque attenti: la promessa di entrare nel suo riposo é ancora valida e nessuno di voi deve pensare di esserne escluso. Poiché a noi come a loro é stata annunziata una buona notizia; a loro però la parola della predicazione non giovò a nulla non essendo stata assimilata per fede da quelli che l’avevano ascoltata. Noi che abbiamo creduto, infatti, entriamo in quel riposo, come Dio ha detto…” (4,1-3)